Pausa pubblicità, ovvero consiglio per gli acquisti
Manuale per un consumo responsabile Dal boicottaggio al commercio equo e solidale Francesco Gesualdi
Lavoro minorile, percosse, negazione dei diritti sindacali, scarichi abusivi, ecco cosa può nascondersi dietro a molti prodotti che compriamo ogni giorno. Ma la casistica è tutt’altro che esaurita: produzione di armi, evasione fiscale, ricorso ai paradisi fiscali, pubblicità ingannevole, finanziamento dei regimi oppressivi, manipolazione genetica. Se i nostri consumi ci rendono involontari complici di tutto questo, sappiamo anche che il consumo può diventare un’arma formidabile per far cambiare il corso della storia e che i consumatori possono avere potere di vita o di morte sulle imprese.
Ecco il messaggio di denuncia e speranza di questo libro, che mette a nudo gli artifici che si nascondono dietro l’immagine immacolata di molte imprese e illustra strumenti di azione quali il boicottaggio, il consumo critico, le campagne di denuncia, il commercio equo e solidale. Conciliare sobrietà e benessere sociale è possibile a patto di mettere in atto, oltre che una rivoluzione tecnologica, una rivoluzione economica per ricreare, secondo una nuova gerarchia di valori, il rapporto tra essere umano e denaro.
Scritto con la precisione del ricercatore e la passione del militante, questo manuale del consumatore critico documenta i comportamenti contestati a imprese come Nike, McDonald’s, Nestlè, gli iniqui meccanismi internazionali che il commercio equo e solidale tenta di cambiare; la storia del boicottaggio, del consumo critico, del commercio equo, le iniziative concrete da assumere per organizzare la resistenza. Un ultimo capitolo, dedicato agli stili di vita, affronta il tema della sostenibilità ambientale e sociale. (Feltrinelli)
Ecco il messaggio di denuncia e speranza di questo libro, che mette a nudo gli artifici che si nascondono dietro l’immagine immacolata di molte imprese e illustra strumenti di azione quali il boicottaggio, il consumo critico, le campagne di denuncia, il commercio equo e solidale. Conciliare sobrietà e benessere sociale è possibile a patto di mettere in atto, oltre che una rivoluzione tecnologica, una rivoluzione economica per ricreare, secondo una nuova gerarchia di valori, il rapporto tra essere umano e denaro.
Scritto con la precisione del ricercatore e la passione del militante, questo manuale del consumatore critico documenta i comportamenti contestati a imprese come Nike, McDonald’s, Nestlè, gli iniqui meccanismi internazionali che il commercio equo e solidale tenta di cambiare; la storia del boicottaggio, del consumo critico, del commercio equo, le iniziative concrete da assumere per organizzare la resistenza. Un ultimo capitolo, dedicato agli stili di vita, affronta il tema della sostenibilità ambientale e sociale. (Feltrinelli)
Che orrore le multinazionali..
beh.. io boicotto la killer cola da un bel po'….. mi è cosato però rinunciare al rum e coca…… 😉
Un bacio
Beh, cara tisbe, devo ammettere di essere un poco restìo ad accettare l'idea del boicottaggio commerciale… conosco molte persone che lo fanno, ed anch'io nel mio piccolo ci sono alcune cose che non comprerei mai. Resta però il fatto che è uno strumento impreciso ed approssimativo, oltre che a volte un pò ipocrita. Infatti si finisce per voler danneggiare sempre le stesse società quando non ci si rende conto che magari il proprio spazzolino, la propria giacca, il nostro borsone sono prodotte da una ditta controllata dalla stessa multinazionale. Se si dovesse evitare ogni prodotto "a rischio multinazionale cattiva", praticamente si dovrebbe vivere di bacche e radici, ed andare in giro coperti di foglie di fico.
Ciao
Giulio
ChiodoSpuntato
Carissima Tisbe, sono riuscito ad averla vinta sul ranking! Finalmente il mio blog è stato valutato!
Il boicottaggio commerciale è molto interessante. Pochi sanno che era attivamente praticato dalla NSDAP, in Germania. Io stesso ho dato la scintilla d'innesco al boicottaggio della Parmalat, diversi anni fa. Saputo che apparteneva alla Chiesa e conosciuti alcuni esponenti di spicco del mondo gay, li invitai a boicottare ferocemente i suoi prodotti. Fornii anche una lista di altre aziende coinvolte con la Chiesa. Risultato: un crollo improvviso dei consumi. La Parmalat cercò di rifarsi mandando in onda pubblicità con la musica di Freddy Mercury e allusivi getti di latte. Purtroppo il progetto non ebbe più il seguito che volevo, a causa della fatuità estrema di gente incapace di capire persino i propri interessi, persa in schemi idioti di assoluto conformismo. Comunque sia, la mia determinazione non ha portato bene agli interessi dei porporati…
Un abbraccio!
Caspita Ant, e come hai fatto a corrompere Technorati? Mah, io mi sono sempre fidata poco dei sistemi algoritmici, ho sempre pensato che fossero stupidi! Questo tipo di valutazione sicuramente si basa su un sistema sintattico, io invece auspico uno di natura semantico, ma penso che sia irrealizzabile.
Quella contro le ingiustizie perpetrate dalle multinazionali, sembra l'impossibile battaglia di un topolino contro una portaerei. Ma con tante piccole, singole, scelte per gli acquisti equo solidali e responsabili……..molto può essere fatto.
che bravi ipocriti, perchè non boicottate le multinazionali farmaceutiche americane, di motivi ce ne sono tanti. quando avete bisogno di cure e andate dal medico fatevi preschivere solo medicine italiane(anche le multinazionali europee sono inquinate). non accettate medicine delle multinazionali americane, vediamo se avete le palle.
ma vegognatevi ipocriti, per salvare la pelle sareste disposti a mettervi in ginochi davanti a bush. fà trend boicottare la coca cola tanto non vi costa nulla per voi abituati a bere solo superalcolici.
benito
E meno male che la preghiera per il marito non la reciti!
Sarebbe stato preoccupante se fosse altrimenti! 🙂
grande e foorte come sempre
un bacio a tisbe
stef