L’apprendimento non può che consistere nel métissage, cioè nell’ibridare e nel mescolare culture, esperienze, valori, in sintonia con la trasformazione dell’universo in multiverso, in una realtà in cui l’essenza stessa è costituita dalla varietà e dalla differenza. Ecco perché l’individuo ideale al quale è rivolto il suo messaggio educativo è «terzo» e «istruito»: terzo, perché si pone al di là dell’uno e dell’altro; istruito in quanto si tempra alla scuola della continua contaminazione fra saperi, identità, comportamenti. L’uomo di Serres per apprendere non si guarda allo specchio, non scruta nei segreti della memoria individuale, non fonda la propria identità nella ricerca delle origini. Il terzo-istruito si apre, invece, al mondo e agli altri in un’avventura di trasformazione e di cambiamento, rinnovandosi nell’incontro con gli altri per rinascere «meticcio» dopo aver rimescolato le carte del sapere e della tradizione. (Il Mantello di Arlecchino – Michel Serres)
“Il terzo istruito”, l’educazione dell’era futura
- La donna nella tradizione della destra
- Mitico Bertinotti
E' bene guardarsi da chi conosce soltanto un libro.
Ciao, buona giornata, Beppe
C'è un messaggio per te sul mio blog.
gennaro
un saluto dall’ uomo “meticcio”
(magari)
Sono d’accordo circa l’integrazione culturale, ma ritengo sia necessario “guardarsi allo specchio” delle nostre coscienze; la varietà è certamente una ricchezza, ma senza le proprie “radici” un albero è destinato a perire; le differenze ci definiscono, ma andare oltre l’interdipendenza del rapporto soggetto/soggetto genera SuperUomini e siamo tutti Figli di questa Terra.
Meticcio sì, perdere la naturale unicità… no, grazie.
Bel blog 😉
gidibao 🙂
C'è sempre da riflettere sui tuoi post. Bene così.
@desiderio947, hai detto una grande verità
@gidibao, certo, senza credere di essere i portatori dell’unica cultura degna di tale nome
@cretaefaci, passi spesso e commenti poco