Il 28 gennaio la legge sulle Unioni Civili approderà in Aula carica di circa seimila emendamenti, segno di una spaccatura presente nel paese e difficilmente sanabile. La verità è che siamo fanalino di coda in Europa, e assomigliamo di più a quei paesi del terzo mondo di cui tanto siamo detrattori.
Siamo un paese ipocrita che persiste nel nascondere la testa sotto la sabbia e nel negare una realtà che c’è, è visibile e non può e non deve essere ignorata.
Persino nel nostro piccolo comune ci sono coppie di fatto, o persone che amano individui dello stesso sesso, eppure sono condannati ad essere invisibili e ad esistere soltanto per rispondere ai doveri sociali, negando loro l’accesso ai diritti che, in questo modo, assumono connotato di privilegio.
L’articolo 3 della Costituzione Italiana, però, è molto chiaro, e non ammette discriminazioni di sorta.
Quali sono le resistenze al DDL Cirinnà? considerando che dal mio punto di vista concede diritti decisamente annacquati e si muove cautamente nel riconoscimento delle diverse forme di famiglia.
In primis, i media tendono a porre l’enfasi sul riconoscimento dei diritti LGBT facendo passare come secondario quello sulle unioni civili tra coppie eterosessuali. Questo perché in tal modo acuiscono lo scontro frontale, e creano un clima sfavorevole, poiché gli LGBT rappresentano una minoranza nella minoranza, e si sa, la massa non ha mai amato le minoranze.
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